Leggere e ritrovare sé: la poesia nascosta secondo Tina Festa

Leggere e ritrovare sé... si tratta di uno dei progetti intrapresi dagli studenti della Casa di reclusione del Caboto che hanno sperimentato una tecnica di scrittura creativa e di rappresentazione grafica ricercando all’interno di pagine di vecchi libri, ormai non più in uso, parole che raccontassero ed esprimessero emozioni, sentimenti e vissuti. 
Durante questa attività, portata avanti in sinergia dalle docenti PieraMaria Ciuffarella e Sabrina D'Isanto del nostro istituto, e ispirata alla tecnica del caviardage, gli studenti sono diventati dei veri e propri “artigiani” della parola. Partendo dalla parola pura, essenziale, estrapolata da una pagina, ma anche ispirata ad immagini, pensieri e riflessioni, gli studenti sono andati alla scoperta dei molteplici significati racchiusi in essa, sino a costruire in maniera autonoma un affascinante percorso poetico.
Sono germogliate così, inizialmente con qualche titubanza, poi, gradualmente, acquistando una maggiore fiducia nelle proprie capacità, poesie, giochi di parole e aforismi che vogliono richiamare il tema del Festival della Parola di quest’anno, l’ostinazione.
Gli elaborati degli studenti sono esposti attraverso un percorso a tappe lungo il carrugio di Chiavari, parole e immagini che in questi giorni colorano il centro storico della nostra città. Proprio qui, tra i portici, questa mattina è avvenuto un piacevole e inaspettato incontro con Martin Charlemont, fotografo, artista e  professore di educazione artistica e di educazione fisica alla Scuola Germanica genovese.  Charlemont ha condiviso le sue impressioni in un confronto che si è aperto alle tematiche della scuola e del ruolo del docente che non deve mai sostituirsi allo studente ma farsi facilitatore, strumento, per far emergere da ciascuno ciò che già è dentro di lui, ma che non sa di avere. Colpito dagli elaborati degli studenti, ha evidenziato che in ogni pagina, in ogni evento della vita, ci sono delle parole che ci risuonano dentro e ci aprono, e che queste parole rappresentano chiavi di lettura della vita. Toccano e muovono ciò che nel cuore già c'è.
 
Prof.ssa PieraMaria Ciuffarella e prof.ssa Sabrina D'Isanto